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Lascito Santo Garovaglio

Otto Brunfels, Herbarum viuae eicones, Argentorati, apud Ioannem Schottum, 1532. Biblioteca Universitaria di Pavia: 17 E 22La raccolta, venduta all’Universitaria dagli eredi del Garovaglio nel luglio 1884, rappresenta soltanto una piccola parte del patrimonio librario posseduto dal naturalista, il quale, nell’arco di mezzo secolo, raccolse più di 6.000 opere di argomento botanico e circa 1.500 di altra natura.

Alla sua morte, il Laboratorio di botanica crittogamica, l’Orto Botanico e la Biblioteca Universitaria, per evitare la dispersione di questa preziosa collezione, stipularono un accordo per promuoverne l’acquisto.

Se al Laboratorio di botanica andò la parte più cospicua del fondo, l’Universitaria riuscì comunque ad assicurarsi circa 80 opere di grande rilievo per preziosità e bellezza. I testi sono per lo più editi nel corso del Settecento, ma vi sono anche 6 incunaboli (il più antico dì essi è un Tractatus de venenis di Pietro d’Abano, edito a Padova nel 1473 da Leonardus Achates, collocazione 112 A 28) e alcuni volumi risalenti ai secoli XVI e XVII. Degni di una particolare menzione sono un Herbarum di Otto Brunfels, edito a Strasburgo da Schotti nel 1532 (collocazione: 17 E 22) e un’edizione del 1633 del The herball or generall historie of plantes di John Gerard, pubblicato a Londra da R. Whitakers (collocazione: Banc. 17½ B 6). Della collezione, confluita nel patrimonio librario della biblioteca, esiste un indice manoscritto custodito presso gli archivi dell’istituzione.

Il lascito è descritto nel catalogo alfabetico per autori e titoli di opere anonime, a schede, consultabile all'ingresso della Biblioteca.

 

Nota biografica di Santo Garovaglio