Fondo Firmian
Alla morte di Firmian, governatore della Lombardia, la sua biblioteca, che contava più di 40.000 volumi (inventariati in 9 tomi nel catalogo intitolato Bibliotheca firmiana, sive Thesaurus librorum quem Eccellentiss. Comes Carolus a Firmian [...] magnis sumptibus collegit edito a Milano nel 1783; collocazione 136 I 9), venne messa all’asta dai suoi creditori. A questa parteciparono sia l'Universitaria di Pavia sia la Braidense di Milano, che tuttavia fu costretta a cedere a Pavia il diritto di prima scelta. Le trattative con i creditori del defunto furono lunghissime, e purtroppo molte delle opere di maggior pregio furono negate alle biblioteche pubbliche per ragioni commerciali. A Pavia giunsero comunque 5.000 volumi circa, tra cui:
- oltre 800 di argomento teologico e religioso (dagli scritti dei padri della Chiesa ai trattati di teologia scolastica, ai saggi dedicati alla religione ebraica)
- oltre 1.000 di giurisprudenza e politica (editti imperiali e di singole magistrature, codici e statuti di municipalità e collegi professionali, trattati di diritto civile e commerciale)
- circa 400 di filosofia
- oltre 300 di scienze naturali e medicina (dai testi di entomologia ai saggi di mineralogia e botanica, ai volumi di fisiologia)
- oltre 2.000 di storia (compresi le opere di geografia generale e storica e i saggi di numismatica ed epigrafia).
L’estensione linguistica della raccolta è piuttosto ampia, comprendendo testi in italiano, latino, francese e tedesco, mentre l’arco cronologico a cui appartengono i volumi è prevalentemente ristretto al XVIII secolo, anche se non mancano alcuni incunaboli e numerose cinquecentine.
La consistenza del fondo, confluito sin dalla sua acquisizione nel patrimonio librario dell’Universitaria, è fortunatamente ricostruibile grazie al catalogo. Qui infatti sono segnalati con la lettera P i volumi destinati a Pavia e con la lettera B quelli destinati alla Braidense.