Ministero dei Beni delle Attivitą Culturali e del Turismo Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali

Gregorio Fontana

Gregorio Fontana(Direttore dal 1778 al 1784)
(Villa di Nogaredo, Rovereto, 1735 - Milano, 1803)

Giovanni Battista Lorenzo Fontana assunse nel 1754, nell'Ordine degli Scolopi, il nome di Gregorio. Decisivi per i suoi studi furono l'influsso del fratello Felice, fisico illustre, e gli indirizzi culturali affermatisi tra gli Scolopi verso i settori della matematica e della fisica.

Gregorio Fontana insegnò Filosofia e Matematica a Roma, Senigallia, Milano e in seguito Logica e Metafisica all'Università di Pavia dal 1764 al 1768.

Brillante matematico, ma anche filosofo e letterato, fu in contatto con le correnti scientifiche, letterarie e politiche del suo tempo in Italia e in Europa, grazie anche alla sua conoscenza, oltre che del greco e del latino, del francese, inglese, tedesco e probabilmente olandese.

Dal 1776 al 1771 fece parte di una delegazione di otto professori incaricati della reggenza dell'Università, e nel 1768 fu chiamato a ricoprire la cattedra di Matematica pura e Fisica teoretica.

Il 18 ottobre 1768 una lettera del Governatore di Lombardia, conte Karl Firmian, al prefetto del Collegio Ghislieri comunicò la fondazione, presso quell'Istituto, di una nuova biblioteca e assegnò al Fontana l'incarico di dirigerla insieme al diritto ad un'abitazione attigua. Così Gregorio Fontana fu il primo della serie dei bibliotecari-professori, ininterrotta fino all'unità d'Italia.

Con il trasloco dei libri nel nuovo palazzo dell'Università il Fontana, nominato direttore della Biblioteca, redasse un catalogo dei libri conservati presso il Collegio Ghislieri e ne curò il trasferimento presso la nuova sede. Il primo catalogo manoscritto, concluso nel 1784, elencava 2.600 volumi distinti in nove classi che ripercorrevano le facoltà universitarie presenti a Pavia. Sotto la sua direzione la Biblioteca cominciò ad assumere una fisionomia scientifica di respiro europeo, grazie anche alla raccolta di atti e memorie di molte accademie europee e americane che rappresenta uno dei fondi più interessanti.

Assecondando i propri interessi culturali e un'austerità di stampo giansenista, rifiutò la completa acquisizione dell'intera biblioteca del soppresso ordine dei Gesuiti e del monastero di San Pietro in Ciel d'Oro, delle quali egli accolse, purtroppo, solo le opere di maggior pregio.

L'obiettivo culturale era quello di conferire alla biblioteca pavese, nei confronti delle altre lombarde e in particolare della Braidense di Milano, un più spiccato carattere scientifico, di supporto agli studi che erano all'avanguardia nell'Università in cui insegnavano, in quegli stessi anni, Spallanzani e Boscovich, Tissot e Frank, Volta e Scarpa.

Le notizie relative alla Rivoluzione e ai suoi sviluppi in Francia furono accolte con speranza prima, apprensione poi ed infine esecrazione. Il Fontana non esitò tuttavia a schierarsi pubblicamente con i francesi dopo la vittoriosa conquista napoleonica in Italia, e non tardò ad assumere impegni e cariche pubbliche nel nuovo regime, entrando a far parte del Corpo legislativo della repubblica Cisalpina.

Al ritorno degli austriaci nel 1799 fu privato, con altri professori, della cattedra, arrestato a Milano e recluso per poco tempo. Reintegrato nell'insegnamento dopo la battaglia di Marengo, lo abbandonò nello stesso 1800 e si trasferì a Milano dove morì nel 1803.

Cerca i manoscritti di Gregorio Fontana nell'Inventario dei manoscritti Ticinesi