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Marco Boato. Il lungo '68 in Italia e nel mondo

Salone Teresiano

9 maggio 2018 - Presentazione nuove pubblicazioni

CopertinaIl terzo appuntamento del ciclo d’incontri Tutta colpa del ’68?, che accompagna la Mostra Una storia militante, vede come protagonista, mercoledì 9 maggio alle 17, Marco Boato con il suo libro Il lungo '68 in Italia e nel mondo, intervistato dal Direttore della “Provincia pavese” Alessandro Moser.

Questo libro non è né nostalgico, né celebrativo. Ricostruisce, senza rimpianti e con rigore analitico e storico-critico, non solo cosa fu il ’68 in Italia e nel mondo, ma da cosa nacque, come si caratterizzò il movimento in quell’anno “epocale” e anche che cosa resta a cinquant’anni di distanza. Una analisi critica, senza mitologie e senza demonizzazioni postume, che si rivolge sia alle generazioni adulte o più “anziane” sia alle nuove generazioni. Una testimonianza, ma non solo. Il movimento del ’68 in realtà nasce prima e finisce dopo: per questo il libro si intitola Il lungo ‘68. La ricostruzione storica risale all’inizio degli anni ’60 e si conclude negli anni ’70. Ma il ’68 fu l’anno cruciale, in Italia e nel mondo, che è diventato una data “periodizzante” anche per gli storici, perché ha segnato una svolta e una “frattura” tra il prima e il dopo. Nulla è stato più come prima. Nel movimento del ‘68 ci sono stati anche errori ideologici e contraddizioni politiche, ingenuità e slanci utopici, che poi non si sono realizzati. Mauro Rostagno, uno dei leader del ’68, in occasione del ventennale, nel febbraio 1988, disse: «Per fortuna non abbiamo vinto». Ma pochi mesi dopo, il 26 settembre 1988, venne assassinato a Trapani mentre combatteva la mafia e la corruzione politica. Anche questo suo sacrificio fu un’eredità del movimento del ’68, del suo impegno politico e civile.


Marco Boato – sociologo, giornalista, ricercatore universitario e più volte parlamentare – ha vissuto il ’68 soprattutto nella facoltà di Sociologia di Trento e nella dimensione nazionale. Esponente del movimento ecologista, che ha contribuito a fondare in Italia, è autore di saggi sul ’68 (Il ’68 è morto: viva il ‘68, Verona 1979), sulla questione cattolica (Contro la chiesa di classe, Padova 1969 e Sinistra e questione cattolica, Trento 1978), sulla giustizia, le riforme costituzionali e l’ecologia politica. Ha curato su Alexander Langer Le parole del commiato (Trento, 2005) e Loris Capovilla. Umiltà e dialogo (Padova, 2016). Con ELS La Scuola ha pubblicato nel 2015 Alexander Langer. Costruttore di ponti.

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