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DNA: un affare che scotta. Rischi da uso di farmaci e droghe

Salone Teresiano

9 novembre 2017 - Incontro

Si può morire di farmaci? O per un’unica pasticca di ecstasy presa per la prima volta durante una serata in discoteca?

Perché un farmaco fa bene ad una persona e ad un’altra fa male?

Perché non siamo tutti uguali. Sono i geni che ci distinguono gli uni dagli altri e ci rendono differenti non solo nell’aspetto.

Ne parleranno Ornella Pastoris, Docente di Farmacologia del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Pavia e Valeria Petrolini del Centro Antiveleni degli ICS Maugeri coordinatrici di un gruppo di ricerca che studia i polimorfismi, piccoli errori di battitura nel DNA, che a volte stravolgono il prodotto di un gene e fanno sì che un farmaco agisca poco oppure che provochi effetti secondari indesiderati.

Su questo tema, sempre più pressante, l’Università di Pavia ha lanciato una Campagna di raccolta fondi sulla piattaforma Universitiamo dal titolo DNA: un affare che scotta chiamando a raccolta la città.

L'uso degli psicofarmaci, in continuo aumento nella cura di alcuni di ansia, depressione, maniacalità e psicosi, ma anche le intossicazioni da cocaina,ecstasy e sostanze psicoattive di sintesi che caratterizzano oggi il nuovo panorama delle droghe, spesso porta ad effetti collaterali che possono essere da lieve o media gravità, ma in alcuni casi possono provocare la morte.

Farmaci e droghe non sono affatto entità così lontane poiché condividono gli stessi meccanismi d’azione all’interno dell’organismo. Studiare e comprendere  i geni che predispongono a queste reazioni avverse può aiutarci a meglio identificare e prevenire i gravi effetti collaterali dell’assunzione di farmaci o sostanze d’abuso.

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